Dalla spuma del mare
9781465643209
201 pages
Library of Alexandria
Overview
Si danno le curiose combinazioni nel mondo. Io aveva lasciato appena quel quartierino al terzo piano, e mi era piaciuto vedendolo, e continuava a piacermi per istrada pensandoci, e me ne andavo del mio passo solito a descriverlo alla mia Annetta, che era rimasta all'albergo ad aspettarmi, quando.... Ma non incominciamo disordinatamente. Qual quartierino avevo io visto? Chi era Annetta? E in che paese accadeva la cosa? Annetta è mia moglie, il paese Milano, il quartierino doveva essere il nostro futuro nido. Ed ora sono nel mio diritto ripetendo che nel mondo si danno le combinazioni curiose. Voi non immaginate nemmeno quanto sia nel mio diritto, ripetendo questo, perchè non sapete tutti i pensieri che ho fatto io sul caso e sulla combinazione. Vediamo: non siete già di quelli che negano il caso? No? bravissimi; il caso ci è, e bisogna fargli di cappello. Ma che cosa è il caso? È il disordine o l'ordine? Voi dite il disordine, perchè lo confondete coll'inaspettato e lo riferite alle facoltà limitate dell'uomo; io dico l'ordine, perchè ci ho pensato su, e lo piglio in sè stesso, e lo riferisco ad una serie di fatti di cui non mi rendo ragione, e lo ammiro nella sua stupenda simmetria. Spieghiamoci con un esempio: vi era una tegola sopra un tetto, ora non vi è più, perchè si stacca e cade; vi è un uomo che passa proprio in tempo per riceverla sul cranio. — Ecco il disordine, ecco il caso, voi dite, pensando che la tegola era fatta per istar sul tetto. — Ma chi ha consigliato a quell'uomo di uscire di casa proprio in quel minuto, di camminare di quel passo, di fermarsi quel tanto e non più dinanzi ad una bottega, e di passare per l'appunto sotto la perpendicolare tracciata dalla tegola? E chi ha detto alla tegola di non perdere l'equilibrio (che è la pazienza delle tegole) finchè l'altro si trovasse nel piano della perpendicolare? La meravigliosa esattezza di questa serie di combinazioni è l'ordine, cioè il caso. Vi sarete accorti che io sono un uomo ordinato, e che ci era in me la stoffa di un matematico; perciò vi farò stupire dicendovi che io sono anche un pittore — sissignori, pittore di ritratti e di genere ai vostri comandi, filosofo nelle ore d'ozio, che non sono molte, pur troppo! — non perchè mi piaccia molto l'ozio, ma perchè moltissimo mi piace la filosofia. Ho trentatrè anni sonati, presi moglie a trenta per far le cose in regola; non ho figli. Il mio ideale era una progenitura simmetrica, un maschio ed una femmina, od il doppio, od il triplo, meglio che nulla. Annetta ed io non sappiamo che pensare; aspetta, aspetta, aspetta.... zero. — È un destino perverso; — dice lei; — io non fiato nemmeno, perchè mi spiace brontolare contro le cose che non capisco; ma se anche non è venuto, mi par di vederlo il primo paio; potrei farne il ritratto e metterlo in mostra colla scritta: dal vero. Se vi dicessi che ho un gran talento, che sono un galantuomo, che il mio cuore è largo così, avreste ragione di mettervi a ridere e di non darmi retta; ma quando vi abbia detto che ho il naso grosso, gli occhi bigi, i capelli che tirano al biondo e non vogliono star fermi, che sono lungo, sottile e diritto come il manico d'un pennello, spero che non mi chiederete le prove.